Arte, Famiglia e Sacrificio: Michelangelo in un Ritratto Epistolare
Un messaggio intriso di sacrificio e incomprensione, scritto con la precisione di uno scalpello
Che Michelangelo fosse un uomo severo e orgoglioso del proprio lavoro non sorprende, ma leggere una sua lettera destinata al fratello Buonarroto ci offre uno spaccato intimo e crudo della sua personalità. È come spiare un momento privato tra due fratelli, in cui il genio si mostra non solo come un artista, ma come un uomo frustrato, schiacciato dalla responsabilità familiare e dall’ingratitudine.
La Parafrasi della lettera dal testo in volgare:
Buonarroto,
Michele, lo scarpellino, è venuto a vivere qui con me e mi ha chiesto dei soldi per la sua famiglia che si trova lì da voi. Perciò ti mando i soldi. Vai subito da Bonifazio, che ti darà quattro ducati d'oro.Consegnali a Meo di Chimenti, lo scarpellino che lavora nell'Opera. Insieme, dagli anche la lettera che accompagna questa, destinata a lui. Assicurati che Meo firmi una ricevuta che certifichi di aver ricevuto i soldi da me per conto di Michele, e spediscimi quella ricevuta. Michele mi ha detto che gli hai mostrato che hai speso circa sessanta ducati a Settignano.
Mi ricordo che anche tu me lo avevi accennato qui a tavola, dicendo che avevi usato molti dei tuoi soldi. All'epoca feci finta di non capire e non mi stupii, perché ti conosco bene. Sono certo che hai segnato tutto quello che hai speso e che stai tenendo conto di tutto per potermelo chiedere un giorno. Ma vorrei sapere con quali soldi tu credi di averli guadagnati.
Inoltre, vorrei sapere se hai tenuto conto dei 228 ducati che hai preso da Santa Maria Nuova e delle molte altre centinaia di ducati che ho speso per la casa e per voi, senza contare le difficoltà e i sacrifici che ho affrontato per aiutarvi.
Mi domando se anche di questo tieni conto. Se avessi un minimo di buon senso e comprendessi la realtà, non diresti: "Ho speso così tanto del mio". Non saresti nemmeno venuto qui a sollecitarmi per i vostri affari, considerando come mi sono comportato con voi in passato. Avresti invece pensato: "Michelangelo sa cosa deve fare e, se non agisce subito, ci sarà qualche impedimento che non conosciamo. Dobbiamo avere pazienza".
Non è giusto spronare un cavallo che già corre al massimo delle sue capacità. Ma voi non mi avete mai capito, e nemmeno ora mi capite. Che Dio vi perdoni! Egli mi ha dato la forza di sopportare e di fare ciò che ho fatto affinché voi foste aiutati. Ma mi comprenderete solo quando non ci sarò più.
Un Resoconto di Doveri e Conti
Michelangelo scrive con il tono di chi, dopo tanto dare, si trova costretto a reclamare un minimo di riconoscimento. Il contenuto della lettera è pragmatico: soldi inviati, ricevute da firmare, obblighi da adempiere. Ma è nei dettagli e nella scelta delle parole che emerge il cuore della questione: l’insofferenza per ciò che percepisce come egoismo e miopia da parte del fratello.
Le sue parole pesano come il marmo che scolpiva: dirette, dure, scolpite con una sincerità priva di ornamenti. Ricorda a Buonarroto che ogni moneta spesa per la famiglia è il risultato di sacrifici personali enormi, e si chiede retoricamente se il fratello tenga conto di tutto ciò. Ma la frase più tagliente arriva alla fine: “Mi comprenderete solo quando non ci sarò più”. Un grido di solitudine, una premonizione amara che trasuda consapevolezza e orgoglio.
Il Commento: Un Ritratto Umano di Michelangelo
Questa lettera non è solo un elenco di recriminazioni: è una finestra sull'anima dell'artista. Michelangelo appare non come una figura mitica, ma come un uomo vulnerabile, costretto a equilibrare la sua arte divina con le beghe terrene. È una riflessione su come il genio, spesso, si scontra con l’ordinario.
C’è una lezione da cogliere? Forse più di una. Prima di tutto, la lettera ci ricorda quanto sia importante riconoscere gli sforzi altrui. La famiglia di Michelangelo, pur vivendo grazie alla sua generosità, sembra ignorare il peso delle sue scelte. Inoltre, emerge la sua capacità di vedere il quadro generale – non solo nel marmo, ma anche nella vita – e il suo rammarico nel constatare che i suoi cari guardano solo al particolare.
Riflessioni per l'Artista Moderno
Che si tratti di Michelangelo nel Rinascimento o di noi oggi, il tema della tensione tra creatività e obblighi è senza tempo. Ogni artista affronta il dilemma di bilanciare passione, responsabilità e il bisogno di essere compresi. Forse, leggendo queste righe, possiamo prendere ispirazione per trovare quel difficile equilibrio, ricordandoci che dietro ogni grande opera c’è un cuore umano che batte, con le sue gioie e i suoi dolori.
E tu, come bilanci il tuo lavoro creativo con le richieste della vita quotidiana? Lascia un commento o scrivimi: vorrei sentire la tua voce su questo tema universale.
Mi rispecchio in quello che dice l artista